Pleasures from the world


Valentino Rossi sa vincere anche se arriva secondo.
giugno 12, 2007, 5:53 PM
Filed under: moto, Motomondiale, Vale Rossi 46, Valentino Rossi

Da sempre l’umanità ha bisogno di eroi. Probabilmente mai come negli ultimi tempi si sente bisogno di avere dei riferimenti. Delle certezze. Valentino Rossi è un eroe. E’ una certezza. E’ un riferimento. Anche quando perde. Come è successo domenica scorsa in Spagna. La gara è stata pazzesca. Gli ultimi 10 giri sono stati quasi impossibili da seguire. Le palpitazioni del mio cuore erano più frequenti degli scoppi del motore della M1. Ma non riuscivo a staccare lo sguardo dal monitor. Curva dopo curva Vale ha tentato l’impossibile. Con staccate inverosimili ed impensabili per qualsiasi essere umano è riuscito parecchie volte ad infilare il bravissimo Stoner. Il rettilineo impietoso però restituiva (quasi) sempre il vantaggio all’australiano. Le folli traiettorie del Dottore non erano sufficienti.

La moto di Vale è spettacolare. Ma la Ducati è nettamente superiore in quanto a potenza e velocità. Per di più Stoner è molto bravo. E deve ancora crescere. Ma non importa, è nelle difficoltà che si vede il campione vero. Valentino non si lascia condizionare da queste banalità. Lui ci prova. Tenta di ripetere il miracolo del Mugello. Ma non ci riesce ed arriva secondo. Non importa, sul serio. E’ contento ugualmente. Sa di aver fatto molto più del massimo. Non può rimproverarsi nulla. Nessuno può rimproveragli nulla. Quindi sorride. Sorride con il cuore. Anch io sorrido. Con il cuore. La sfida è solo rimandata. Al prossimo circuito.

A ripensarci mi viene in mente un certo Biaggi. Lui avrebbe dato la colpa alla moto. Che non va abbastanza. Alle gomme. Non all’altezza. Vale ha riconosciuto prima di tutto la grandezza di Stoner. Solo in seguito si è permesso di dire che con una moto così avrebbe vinto anche Biaggi (ah, ah, ah !!!). Grande lezione da un ragazzo che pare non avere prospio voglia di crescere (per fortuna). Eterno adolescente ed eroe (positivo) di tantissimi giovani. Aspettiamo con ansia le prossime avventure, certi che non saremo mai delusi. Anche se arriva secondo.



Tottimotori Enduro Special
giugno 5, 2007, 1:22 PM
Filed under: BMW, Custom, moto, Totti, Totti Motori, viaggi

Non ho mai fatto mistero della mia passione per le due ruote. Ogni volta che vedo un nuovo modello o una nuova special mi trovo immancabilmente a studiare, scrutando senza sosta, ogni immagine disponibile, cercando di decifrare ogni singolo dettaglio che compone il mezzo.

Raramente mi è capitato di innamorarmi di moto di serie. Indubbiamente esistono modelli molto riusciti (vedi alcune Buell, le Yamaha serie MT o la nostrana Hypermotard di Ducati) ma in genere i vincoli imposti dalla produzione in serie e dal contenimento dei costi influenzano troppo il risultato finale. Le moto standard hanno sempre qualche carenza. Quanto meno a livello estetico.

Quello che manca alle moto di serie viene magistralmente aggiunto da moltissimi artigiani (a mio parere veri artisti) che con incredibile maestria creano pezzi unici, o al più piccole serie (vedi Umberto Borile e la sua Cafè Racer), di mezzi con l’anima. Tra questi artisti della lamiera quello che preferisco è Roberto Totti, grandissimo meccanico bolognese autore di alcune delle opere più audaci ed innovative che siano mai state viste! A conferma di ciò si veda il capolavoro creato per correre sul lago salato: la Pregnant Duck. Basta osservare questo mezzo per capire come il confine tra genio e follia sia estremamente sottile. Più che un meccanico Totti è uno scultore postmoderno che merita a pieno titolo un posto al Guggenheim di NYC.

In questi giorni l’instancabile Roberto ha partorito un nuovo gioiello. Questa volta a passare sotto le sue sapienti cure è stato nientemeno che una mastodontica BMW HP2. Si proprio lei, la moto impossibile da domare. Il boxer più estremo della casa bavarese. A mio parere una delle moto da enduro più belle prodotte in Germania. Nonostante le misure per molti proibitive.

Partendo da una base per molti già virtualmente perfetta, Totti è intervenuto riuscendo a lasciare la sua impronta indelebile. La moto, perfetta in ogni singolo dettaglio e al solito rifinita in modo maniacale, non è più una BMW, pur conservandone il caratteristico boxer: è una vera special purosangue. Unica. Aggressiva e violenta. Ma non intimorisce. Un solo sguardo scatena la fantasia ed immediatamente ci si proietta con la mente verso i fantastici deserti africani. Si sogna di cavalcarla in piedi, saldi sulle sue pedivelle. I suoi tasselloni mordono le dune con rabbia e la sabbia rovente spinta dal vento taglia la faccia. E il cuore. Il cuore batte cercando di copiare il ritmo dei due cilindri e si scalda sempre di più…

Grazie Roberto. A quando il prossimo sogno???

A tutti gli appassionati vorrei segnalare il libro che raccolglie una parte delle moto costruite da Totti:

http://www.tottimotori.com/index.php?lingua=it&sezione=annuncio&tipo=3&a=4&b=4



Meglio viaggiare o fare il turista?
giugno 1, 2007, 4:36 PM
Filed under: India, turismo, viaggi

Viaggiare e conoscere posti e persone nuovi è decisamente stimolante ed affascinante. Spesso però si confonde il viaggio con il turismo. O meglio il turista spesso, molto spesso, vorrebbe passare per viaggiatore. In realtà questi sono due mondi distinti. Si potrebbero citare a testimonianza di ciò le comodità dei pacchetti “tutto incluso” e gli imprevisti derivanti dalle vacanze fai da te. In effetti, quasi a riassumere il concetto, ricordo che non molto tempo fa un tormentone pubblicitario recitava: “…no Alpitour? Ahi ahi ahi ahi !!!”.

In realtà credo che nessuno possa obiettare che passare tre settimane a Cancun in un villaggio turistico 5 stelle senza varcare i cancelli del resort abbia decisamente a che fare con il turismo. Parimenti potrei dire che fare il giro dell’Islanda in tenda o in bicicletta sia molto più affine al viaggio che non al turismo. In ogni caso la miglior defizione di cosa voglia dire viaggiare l’ho sentita nel film di Bernardo Bertolucci Il Te nel deserto: “…viaggiatore è colui che sa quando parte ma non sa se e quando tornerà…”; forse le parole del dialogo non sono esattamente quelle che ho trascritto ma di sicuro il senso è della frase è corretto.

Un mio amico al momento si trova in India e leggendo il suo Blog sull’India posso condividere, almeno con la sua fantasia, il suo viaggio. Di una cosa sono sicuro: Sergio è molto più viaggiatore che turista e ritengo cosa saggia spronarlo ad aggiornare con maggiore frequenza il suo Blog.



Basilio Benedettini espone a Vigevano
Maggio 4, 2007, 4:54 PM
Filed under: Arte, Basilio Benedettini, Baz, Milano, Pittura, Vigevano

Recentemente ho visitato il MI-ART di Milano. Nonostante sia prevalentemente un mercato d’arte più che una mostra è stato comunque interessante. Non capita tutti i giorni di poter vedere insieme opere di artisti del calibro di Burri, Fontana, Haring e molti altri di pari spessore. Pur poco preparato in materia sono rimasto colpito da molte opere. In alcuni casi, in modo favorevole, per l’emozione che mi hanno comunicato. In altri casi, molto meno positivamente, per la stranezza dell’opera e per la perplessità che mi suscitava.

Pur da profano non mi è comunque sfuggito un particolare: le opere di molti tra questi artisti, che in me hanno suscitato nella migliore delle ipotesi parecchie perplessità, valgono cifre iperboliche. Ad esempio i famosi tagli di Fontana sono sicuramente interessanti: ammirandoli ne ho ricavato una piacevolissima sensazione. Queste opere hanno trasmesso delle emozioni che hanno scosso la mia sensibilità. E questo credo che in fondo sia lo scopo che si prefigge qualsiasi artista. In seguito un amico esperto mi ha fatto meglio valutare l’opera spiegandomi la filosofia alla base di questi “tagli”. E li ho apprezzati ancora di più.

Quando mi hanno detto il prezzo di uno di questi quadri, circa 500.000 EUR, sono rimasto sconvolto. L’arte indubbiamente non ha prezzo, ma mai avrei dato tale valore ad una piccola tela monocromatica con un taglio nel centro. Di fatto questa è la prova che chi ha fiuto, buon gusto o molto più semplicemente un culo pazzesco potrebbe, anche ai nostri giorni, comprare un’opera d’arte per una cifra modesta e ritrovarsi con un tesoro inestimabile dopo qualche decennio. Già Van Gogh nel corso della sua vita ha più volte dovuto barattare suoi quadri per qualcosa da mangiare, e dato che la storia si ripete…

A tal proposito mi fa molto piacere segnalare un evento davvero particolare; dal 5 al 6 maggio 2007 esporrà a Vigevano un talentuoso artista: Basilio Benedettini. La mostra si intitola IN-DIFFERENZE è sarà allestita presso la Sala dell’affresco del Castello Sforzesco di Vigevano. Ho avuto la fortuna di ammirare alcune opere del giovane artista e sono rimasto semplicemente senza parole.

Ovviamente parteciperò alla mostra e consiglio a tutti di andarci. Mi rendo conto che le probabilità di comprare un’opera che tra anni non avrà prezzo siano piuttosto basse, ma credo che se ci facciamo guidare dal nostro senso estetico, nella peggiore delle ipotesi ci ritroveremo con un bellissimo quadro che ameremo per sempre. Tentare non nuoce.



Davide Van de Sfroos a sorpresa
aprile 24, 2007, 5:34 PM
Filed under: Blues, Il Melograno, Jazz, Milano, musica, Van de Sfroos

Capita a volte di non avere le idee molto chiare. Si ha voglia di fare ma purtroppo non si sa bene cosa. Altre volte invece si hanno in testa dei piani molto precisi. E invece accade per diversi motivi che la realtà sia quanto di più differente da ciò che è stato accuratamente pianificato. In sostanza la vita (per fortuna) è spesso poco prevedibile e tante volte più divertente (o più drammatica) di quanto possiamo immaginare.

Riportando quanto detto ad un livello molto più terreno è interessante notare come il concetto non cambi anche in situazioni molti più semplici. Mi spiego meglio. Qualche giorno fa, volendo a tutti costi evitare il rischio di passare il venerdì sera a bere ettolitri di birra nella solita birreria, ho cercato di pianificare con gli amici una serata alternativa. Detto fatto. Dopo poche telefonate la serata a metà pomeriggio era già organizzata.

Alla sera, convinto di recarmi in un locale, raggiungo la banda. Scopro che in realtà il piano è completamente saltato. Mi portano in un posto nuovo. Che nessuno conosce. Me lo descrivono come un nuovo bar, molto trafficato e piuttosto glam. Ok mi dico. Perchè no. Proviamo.

Arrivati sul posto noto che effettivamente c’è del movimento. Ma la cosa più interessante è il fatto che il posto, anche all’esterno, è piuttosto diverso dal solito. L’arredo del cortile, in cui ci fermiamo per una sigaretta prima di entrare, denota uno stile particolare. Praticamente ogni cosa è fatta con materiali riciclati. Lattine vuote ad ornare muri e porte. CD usati appesi come addobbi natalizi ai rami degli alberi. Vecchie file di poltroncine appartenute a qualche cinema in disuso riutilizzate come panche.

Mentre mi godo la piacevole sensazione derivante dall’inattesa sorpresa vengo catturato da una bella musica che proviene dall’interno del locale. Non è possibile sbagliare, qualcuno sta suonando dal vivo. E indubbiamente è molto bravo. E’ evidente che non si tratta di qualche pivellino! Immediatamente buttiamo le sigarette ed entriamo.

La sensazione è sempre più strana. Basta un’occhiata al palco per capire chi è l’artista: Davide Van de Sfroos. Uno dei cantautori più divertenti ed in gamba degli ultimi anni. Capace di attirare milgliaia di persone ai suoi concerti. Come mai si trova in un locale semisconosciuto di Busto Arsizio in cui al massimo possono entrare 200 persone? Mistero. Io intanto mi godo il concerto.

La sete però si fa sentire. Mi guardo intorno alla ricerca del bancone. Per la prima volta mi rendo conto che l’arredo del locale è davvero bello e particolare. Ancor una volta tutto giocato sul riutilizzo di materiali di scarto. Ma la cosa sorprendente è il fatto che il pubblico è davvero eterogeneo. Giovani sbarbati alternativi fianco a fianco con signore e signori di mezza età che si fanno largo tra ragazzi vestiti alla moda. Mentre tento di ordinare un cuba vengo inavvertitamente urtato da un biondone con barba e capelli accuratamente trasandati. Mi rendo conto che è Massimo Ciavarro, attore parecchio famoso negli anni 80. Non faccio in tempo a capire che mi rendo conto della presenza di un’altra icona del cinema italiano di quegli anni, Eleonora Giorgi. Poco più in la scorgo anche un altro elemento quanto meno inaspettato: Gianmarco Tognazzi, giovane attore figlio del mitico Ugo.

Alla fine della sorprendente quanto stramba serata si è svelato l’arcano. Si trattava di un evento organizzato per il Busto Arsizio Film Festival. In ogni caso la sorpresa di capitare casualmente ad un bel concerto (gratuito), in un posto davvero particolare (Il Melograno a Busto Arsizio), in mezzo ad attori culto di qualche anno fa è stato davvero divertente.



Ronaldo infiamma il derby. Ibra e Cruz lo vincono
marzo 27, 2007, 8:24 am
Filed under: Champions League, Milano, San Siro

Ci sono voluti 15 giorni per riprendersi dall’ultimo derby milanese. Nonostante il campionato abbia ormai perso interesse, a causa della devastante supremazia nerazzurra, il derby è sempre un’occasione unica. E per qualsiasi tifoso al mondo è una partita a se stante. Vissuta con enorme ansia e struggente tensione. Sia che venga giocata in serie A, in B, in coppa Italia o in Champions League.

Decisamente l’ultimo derby presentava più di un motivo per generare tensione. Soprattutto per gli interisti. Perdere voleva dire concedere una inopportuna soddisfazione morale agli odiati cugini. Ma questo derby aveva un sapore molto più particolare. Dopo anni di attesa ha segnato il ritorno di Ronaldo, il fenomeno, sul prato meneghino schierato nelle fila di in una squadra milanese. Peccato che indossasse i colori sbagliati! Chi aveva perdonato la sua (pavida e puerile) fuga notturna da Milano ha di certo vissuto un incubo nel rivederlo mettere piede in campo con i colori rossoneri! Il destino è stato più beffardo e visionario di un poeta beat strafatto di LSD. Ha materializzato l’impensabile.

I giorni precedenti il derby sono stati caratterizzati da un crescente sentimento ostile nei confronti del traditore. Gli appellativi coniati per l’occasione sono degni della fantasia dei migliori romanzieri. E la creatività di alcuni tifosi ha quasi sfiorato quella partenopea nel (fallito) tentativo di far trovare all’interno dello stadio 30.000 fischietti pronti ad accogliere e «salutare» il Gordo.

La partita è stata un evento che, credo, verrà ricordato per parecchio tempo. Come vuole la legge di Murphy, l’unica cosa che non doveva accadere è ovviamente successa. Dopo un (breve) periodo di strapotere intersita, caratterizzato dai goal mancati di Crespo, Ronaldo ha agganciato un pallone bislacco ed in maniera improbabile è riuscito a segnare. Immediatamente il gelo è calato su di noi: per fortuna la curva rossonera, in sciopero, non ha rimarcato più di tanto la cosa. Contribuendo però a rendere, se possibile, ancora più irreale e folle il tutto.

Sono rimasto in apnea più o meno fino all’ingresso di Cruz. In quel momento il classico sapientone tuttologo che mi stava alle spalle ha sentenziato: «…ecco un cambio sprecato. Così non andremo da nessuna part…». Ovviamente non ha potuto finire la frase. Cruz era già riuscito a pareggiare! Quando poi l’argentino ha di poco sbagliato il colpo di tacco per il raddoppio ho visto scomparire il tuttologo sepolto dalle occhiate dei 2 o 3.000 bulbi oculari degli astanti che gli rimproveravano la scarsa fiducia e la risibile sapienza tattica.

Alla fine il buon Ibra si è dimenticato di avere il mal di schiena ed ha confezionato il goal della vittoria. Restituendo qualche anno di vita a tutti noi. E una grande gioia.

Direi che hanno vinto tutti: gli interisti sicuramente, sul campo; ma anche Ronaldo che ha così zittito i 30.000 fischietti silenziosi. Anche se ha tradito l’Inter e tutti i suoi tifosi non riesco ad odiarlo. Mi ha comunque fatto sognare parecchio in passato. Ora mi consolo vedendo che non è più quello di una volta ma continuo ad emozionarmi quando (raramente) fa uno dei suoi scatti o uno dei suoi dribbling ubriacanti.

Grazie Ronnie. Nessuno è perfetto, men che mai tu, ma almeno sei un simpatico ciccione!