Pleasures from the world


Davide Van de Sfroos a sorpresa
aprile 24, 2007, 5:34 PM
Filed under: Blues, Il Melograno, Jazz, Milano, musica, Van de Sfroos

Capita a volte di non avere le idee molto chiare. Si ha voglia di fare ma purtroppo non si sa bene cosa. Altre volte invece si hanno in testa dei piani molto precisi. E invece accade per diversi motivi che la realtà sia quanto di più differente da ciò che è stato accuratamente pianificato. In sostanza la vita (per fortuna) è spesso poco prevedibile e tante volte più divertente (o più drammatica) di quanto possiamo immaginare.

Riportando quanto detto ad un livello molto più terreno è interessante notare come il concetto non cambi anche in situazioni molti più semplici. Mi spiego meglio. Qualche giorno fa, volendo a tutti costi evitare il rischio di passare il venerdì sera a bere ettolitri di birra nella solita birreria, ho cercato di pianificare con gli amici una serata alternativa. Detto fatto. Dopo poche telefonate la serata a metà pomeriggio era già organizzata.

Alla sera, convinto di recarmi in un locale, raggiungo la banda. Scopro che in realtà il piano è completamente saltato. Mi portano in un posto nuovo. Che nessuno conosce. Me lo descrivono come un nuovo bar, molto trafficato e piuttosto glam. Ok mi dico. Perchè no. Proviamo.

Arrivati sul posto noto che effettivamente c’è del movimento. Ma la cosa più interessante è il fatto che il posto, anche all’esterno, è piuttosto diverso dal solito. L’arredo del cortile, in cui ci fermiamo per una sigaretta prima di entrare, denota uno stile particolare. Praticamente ogni cosa è fatta con materiali riciclati. Lattine vuote ad ornare muri e porte. CD usati appesi come addobbi natalizi ai rami degli alberi. Vecchie file di poltroncine appartenute a qualche cinema in disuso riutilizzate come panche.

Mentre mi godo la piacevole sensazione derivante dall’inattesa sorpresa vengo catturato da una bella musica che proviene dall’interno del locale. Non è possibile sbagliare, qualcuno sta suonando dal vivo. E indubbiamente è molto bravo. E’ evidente che non si tratta di qualche pivellino! Immediatamente buttiamo le sigarette ed entriamo.

La sensazione è sempre più strana. Basta un’occhiata al palco per capire chi è l’artista: Davide Van de Sfroos. Uno dei cantautori più divertenti ed in gamba degli ultimi anni. Capace di attirare milgliaia di persone ai suoi concerti. Come mai si trova in un locale semisconosciuto di Busto Arsizio in cui al massimo possono entrare 200 persone? Mistero. Io intanto mi godo il concerto.

La sete però si fa sentire. Mi guardo intorno alla ricerca del bancone. Per la prima volta mi rendo conto che l’arredo del locale è davvero bello e particolare. Ancor una volta tutto giocato sul riutilizzo di materiali di scarto. Ma la cosa sorprendente è il fatto che il pubblico è davvero eterogeneo. Giovani sbarbati alternativi fianco a fianco con signore e signori di mezza età che si fanno largo tra ragazzi vestiti alla moda. Mentre tento di ordinare un cuba vengo inavvertitamente urtato da un biondone con barba e capelli accuratamente trasandati. Mi rendo conto che è Massimo Ciavarro, attore parecchio famoso negli anni 80. Non faccio in tempo a capire che mi rendo conto della presenza di un’altra icona del cinema italiano di quegli anni, Eleonora Giorgi. Poco più in la scorgo anche un altro elemento quanto meno inaspettato: Gianmarco Tognazzi, giovane attore figlio del mitico Ugo.

Alla fine della sorprendente quanto stramba serata si è svelato l’arcano. Si trattava di un evento organizzato per il Busto Arsizio Film Festival. In ogni caso la sorpresa di capitare casualmente ad un bel concerto (gratuito), in un posto davvero particolare (Il Melograno a Busto Arsizio), in mezzo ad attori culto di qualche anno fa è stato davvero divertente.



Zucchero Fornaciari batte Billy Cobham
febbraio 18, 2007, 9:37 PM
Filed under: Blue Note, Blues, Cobham, Jazz, musica, Zucchero

La scorsa settimana ho partecipato a due eventi musicali molto diversi tra loro: il concerto di Billy Cobaham al Blue Note di Milano e uno spettacolo privato caratterizzato da una performance di Zucchero. Risultato: Italia batte USA (o meglio Panama) 3 – 0!

Non sono un amante della musica italiana in generale e in particolare non sono mai stato affascinato dalla musica di Zucchero. Amo però il blues e il jazz. Per questo motivo le mie aspettative in attesa di seguire uno degli spettacoli che Cobham ha tenuto al Blue Note erano piuttosto alte. In effetti Cobham è uno dei batteristi più leggendari della storia della musica. Pochi possono vantare un simile curriculum: da Miles Davies a Geroge Benson fino alla celeberrima Mahavishnu Orchestra.

Zucchero fa un tipo di musica che mi coinvolge poco. Forse un po’ troppo commerciale per i miei gusti. Non che non mi piaccia. Semplicemente non è il genere che preferisco. In ogni caso però ho sempre pensato che artisticamente sia molto valido.

Il primo concerto cui ho assistito è stato quello di Billy Cobham. Le mie aspettative sono state largamente deluse. Non vorrei essere frainteso. Cobham ha una tecnica spaziale. Quando suona crea dei groove davvero incredibili. Però non mi ha convinto. La cosa che a mio modo di vedere non ha molto senso è mettere la batteria al centro dello show. Per quanto bravo sia il performer la batteria resta uno strumento di secondo piano. Il suo lavoro è costruire dei groove massicci e dei ritmi precisi su cui altri strumenti, come voce, fiati o chitarra possono costruire linee melodiche. Uno strumento ritmico non può essere protagonista. A meno di non voler annoiare la propria audience. E il concerto per me è stato molto noioso. L’artsta che più mi ha colpito è stato il percussionista. Ha fatto il suo lavoro di supporto in modo splendido, con molto gusto e senza strambi tentativi di far percepire la sua bravura. Secondo me, nell’insieme, è emerso molto più di Cobham, pur suonando meno. Quasi come richiesto dai dettami zen.

Dal concerto di Zucchero mi aspettavo solo una serata diversa, divertente e leggera. Non musicalmente coinvolgente. Anche in questo caso le mieaspettative sono state tradite. Per fortuna! Appena salito sul palco mi ha dato l’impressione di essere un po’ bollito. Si è seduto sulla sedia con la chitarra senza guardare il pubblico. Coperto e ben schermato dal cappellaccio simil-cowboy. Come ha attaccato a cantare il primo pezzo è arrivata la prima sorpresa. Una voce incredibile. Ed un’abilità davvero straordinaria. Per un momento ho pensato cantasse in plabac tanto era preciso. Dopo tre canzoni ha dato un calcione alla sedia, ha iniziato adinteragire con il pubblico e ad attaccare con pezzi più tirati. Altra sorpresa: è riuscito a far saltare sulle sedie del teatro imppecabili dirigenti di industrie tessili non certo avvezzi (come si vedeva anche dall’abbigliamento) alle atmosfere rock.

Non ho cambiato la mia opinione su Zucchero (o meglio sulla sua musica) però devo riconoscergli un grande talento ed una enorme capacità di gestire il palco. Bravissimo.

Una bella rivincita: Italia batte USA (o Panama se preferite) 3 – 0 !!!