Pleasures from the world


Sting e i Police, Eddie e i Van Halen…e altre reunion
marzo 2, 2007, 9:25 am
Filed under: Blues, Chitarre, musica, Police, Reunion, Sting, Van Halen

E’ recente la notizia della reunion di due storiche band: i Police e i Van Halen. Indubbiamente molti fans saranno al settimo cielo pensando alla possiilità di (ri)vedere dal vivo i propri beniamini. Ma, oggettivamente, si tratta di occasioni storiche o meno poeticamente di splendide operazioni di marketing?

Come dicevo se fossi un fan dei Police (per lo meno un po’ più di quanto sono fan di Sting) la notizia che ho sentito in radio pochi giorni fa mi avrebbe fatto salire la pressione a 300. Parimenti se amassi i Van Halen alla follia (o almeno quanto adoro la chitarra di Eddie) inizierei a mettermi in fila per comprare i biglietti di un loro concerto. In realtà, il mio punto di vista è leggermente differente. Sono più distaccato di un fan ma non del tutto disinteressato come potrebbe essere per un melomane ardente frequentatore del loggione.

Mi pare che queste reunion siano delle grandiose operazioni di marketing. E’ innegabile che la molla principale che spinge questi placidi anzianotti, un tempo riconosciuti in qualità di alfieri/pionieri del rock, sia il fiume di denaro che entrerà nelle loro tasche. Possono dare addurre ogni poetica motivazione ma alla fine il vero motivo per cui si cimentano in tour massacranti è l’insaziabile sete di denaro che l’uomo (e non solo il rockettaro) ha sin dalla sua nascita. In questo senso i più onesti sono stati i Sex Pistols che, qualche anno fa, hanno fatto un megatour mondiale dichiarando tanto apertamente quanto spudoratamente che il loro intento era molto banalmente quello di accumulare ancora un po’ di quattrini per la vecchiaia!!!

Detto ciò secondo me esiste anche (come sempre) il rovescio della medaglia. E questa volta è un rovescio piacevole. Molto piacevole. Le reunion permettono, anche a chi all’epoca non era ancora nato, di poter assistere dal vivo alla performance di band che hanno comunque scritto la storia del rock. E della musica in senso lato. Sono spettacoli che sicuramente non avranno l’energia e la potenza innovatrice di quelli originali dell’epoca. Ma, in ogni caso, chi sarà sufficientemente saggio o nostalgico da sfruttare queste occasioni pressochè uniche potrebbe avere la piacevole sensazione di aver partecipato ad un evento storico. Mi spiego meglio. Quanto saremmo disposti a pagare per poter assistere ad un live set dei Beatles? La realtà è che nemmeno Bill Gates con tutto il suo patrimonio può garantirsi un tale spettacolo: John e George riposano tra le stelle e nessuna cifra al mondo li può riportare a suonare per noi. Fine del sogno! Dobbiamo accontentarci di qunato fatto in passato.

In alcuni casi però il marketing ci permette ancora di sperare. E di sognare. Police e Van Halen sono alla nostra portata. Quindi per quel che mi rigaurda investirò un po’ di quattrini e andrò a vederli entrambi sperando di tornare a casa con un bel ricordo da tramandare ai miei nipotini tra qualche anno.

L’anno scorso mi sono perso la reunion dei Cream di Eric Clapton, Ginger Baker e Jack Bruce. Non mi interessa comprare il disco o il DVD che hanno registrato per l’occasione. Questo è marketing puro. E soldi per le loro tasche. Ma non riesco a non pensare che averli visti dal vivo sarebbe stata, per me, un’esperienza che valeva la pena di vivere. Anche a caro prezzo. Per quanto in mia possibilità non voglio ritrovarmi a ripetere la frase del mio amico Sergio dopo aver perso l’ultimo tour reunion dei Velvet Underground: “…ora che Sterling Morrison se ne è andato e il mio stupido atteggiamento snob non mi ha fatto andare al loro ultimo concerto ho capito di avere per sempre perso un’occasione. Storica.”



Jimi Hendrix – electric ladyland
gennaio 31, 2007, 12:02 am
Filed under: Chitarre, Fender, Hendrix, musica

Uno dei miei musicisti preferiti è il grandissimo Jimi Hendrix. A parte le sue canzoni più famose come Foxy Lady, Purple Haze, Hey Joe o la woodstockiana interpretazione di The star spangled banner, Jimi ha inciso numerosi altri brani, forse meno famosi ma altrettanto innovativi e travolgenti. In effetti ho provato, recentemete, un brivido inusuale proprio grazie a Hendrix.

Tempo fa, direi almeno 10 anni, ho comprato Electric Ladyland. Non so perchè ma non l’ho mai ascoltato veramente. Forse solo perchè diverso da Are you experienced? e Axis: bold as love. Forse solo per un capriccio del destino. Forse ancora per pigrizia. Non so. Però pochi giorni fa mi è capitato tra le mani il disco incriminato e dopo averlo sentito una sola volta il brivido si è violentemente manifestato.

Ciò che mi ha sconvolto è stato il fatto che già al primo distrato ascolto questo album, da me poco conosciuto, suona molto più moderno della maggior parte dei dischi usciti negli ultimi anni. La sua chitarra è inarrivabile. Sicuramente la tecnica non è quella di un virtuoso. Ma il feeling! Unico. Incredibile. Jimi Hendrix ha inciso 40 anni fa musica forse ancora troppo moderna per i giorni nostri.

Una sola domanda (banalissima e non particolarmente innovativa parlando di rockstar defunte) mi attanaglia: cosa avrebbe fatto oggi Jimi Hendrix se la sua stella non fosse bruciata così in fretta? Ovviamente la Risposta non esiste. Ognuno di noi avrà la sua personale intuizione, guidata dalla fantasia o da altre sostanze psicotrope.



Jaguar!!!
gennaio 22, 2007, 10:28 PM
Filed under: Chitarre, Fender, musica

Ho sempre amato le cose particolari. Non capisco se è una forma di snobismo o più semplicemente un senso di attrazione che l’inconsueto esercita su di me. Fatto sta che le stranezze mi attirano.

Da sempre adoro le chitarre. Ne ho comprate e vendute parecchie negli ultimi anni. di tutte le forme e di tutte le marche. Come tanti colleghi chitarristi soffro di una strana forma di inquietudine mista ad insoddisfazione. L’effetto più evidente è quello di esaltarsi per l’ultimo acquisto per, inevitabilmente, disinnamorarsene molto velocemente.

Poco tempo fa invece ho avuto un vero colpo di fulmine. Ho visto in un negozio una strana Fender chiamata Jaguar. Ho pensato che era una vera schifezza. Sgraziata, brutta e retrò. Sembrava un oggetto uscito direttamente dagli anni ’60. In realtà da quel momento ho iniziato a pensarci sempre più spesso. Piano piano me ne sono innamorato ed ora dopo averla comprata peso che sia la più bella chitarra al mondo.

E’ unica. Ha un suono unico. Sembra una Stratocaster ma ha un suono molto più personale. Sono passati alcuni mesi e l’infatuazione non è passata. Buon segno. Mi piace ogni giorno di più. E’ piena di difetti quanto di personalità. Ma soprattutto è molto poco diffusa. Quasi nessuno la suona. Averla mi fa sentire parte di una tribù.

Consiglio a tutti di provarla. Molto probabilmente vi farà schifo ma se ve ne innamorerete non sarete più in grado di abbandonarla.